A pochi giorni dall’approvazione in seconda lettura da parte del Senato argentino della proposta di legge che introduce l’interruzione di gravidanza libera, sicura e gratuita, il parlamento cileno inizia la prossima settimana a dibattere un progetto di legge per la depenalizzazione dell’aborto.
Il progetto che “modifica il codice penale, per depenalizzare l’aborto volontario da parte delle donne entro le prime quattordici settimane di gestazione”, è stato inserito all’ordine del giorno della seduta della commissione per le Donne e l’uguaglianza di genere della Camera in programma il 13 gennaio.
L’iniziativa era stata promossa da organizzazioni femministe e sottoscritta da una decina di deputate cilene appartenenti a formazione politiche di sinistra nel 2018 che l’avevano tramutata in una mozione presentata alla Camera. E ciò avveniva solo dopo dieci mesi dall’entrata in vigore di unalegge che aveva depenalizzato l’aborto solo per cause dovute all’impossibilità di portare a termine la gravidanza, al pericolo di morte per la madre e in caso di violenza.
All’epoca, la proposta di legge era stata presentata nella città costiera di Valparaíso ed aveva scatenato battibecchi e scambi di insulti tra i fautori della depenalizzazione dell’aborto, che agitavano fazzoletti verdi, e i difensori della vita, che a loro volta si erano identificati con il colore azzurro, come era già avvenuto nella vicina Argentina.
Dopo due anni di attesa quindi, e a poche settimane dall’approvazione definitiva della legalizzazione dell’aborto da parte dell’Argentina che di certo deve aver influito sulla decisione della Camera, anche il Cile si appresta a iniziare il dibattito parlamentare su una interruzione sicura, legale e gratuita della gravidanza.
Tanto più che ciò avviene nel contesto di quello che è stato chiamato l’estallido social, l’ondata di rivendicazioni iniziata nell’ottobre del 2019 che ha portato all’approvazione di una nuova assemblea costituente che sarà eletta nel prossimo mese di aprile. Un contesto che oggettivamente potrebbe far sì che la legge sulla depenalizzazione dell’aborto possa questa volta avere concrete possibilità di essere approvata.
Qualora ciò avvenisse, sarà posto finalmente fine alla pratica dell’aborto clandestino e ai viaggi che molte cilene sono fino ad ora costrette ad intraprendere verso i pochi paesi dell’America Latina in cui l’interruzione della gravidanza è permessa e la libera scelta della donna rispettata.