Il 2 marzo del 2016 Berta veniva assassinata nella città di La Esperanza, dipartimento di Intibucá, nell’Honduras occidentale per essersi opposta alla costruzione della diga di Agua Zarca, sul fiume Gualcarque, un progetto che avrebbe provocato danni irreparabili all’ambiente e in primo luogo alle comunità di etnia Lenca.
Ieri un tribunale dell’Honduras ha condannato Roberto David Castillo a 22 anni e sei mesi di carcere per l’omicidio, reato per il quale sette persone sono già state condannate nel 2019. La vicenda di Berta è diventato uno dei più emblematici nella difesa dei diritti ambientali in Honduras. La stessa neo presidente honduregna quando ha assunto la carica all’inizio dell’anno in corso, aveva promesso giustizia alla figlia Bertha Zúñiga.
Roberto Castillo, dirigente della società Desarrollos Energéticos S.A (DESA), era stato imputato nel luglio 2021 come “coautore intellettuale” dell’omicidio dell’ambientalista, e ieri è stato condannato a 22 anni e sei mesi di carcere.
Secondo il Pubblico Ministero honduregno, Castillo “ha organizzato la morte di Cáceres come parte di un piano per rimuovere tutti gli ostacoli che avrebbero interferito con le operazioni della DESA sul fiume Gualcarque”, il territorio ancestrale degli indigeni Lenca.
Ingegnere elettrico e militare di carriera, all’epoca dell’omicidio, era presidente esecutivo della società DESA, responsabile della diga idroelettrica di Agua Zarca, progetto a cui l’ambientalista si era opposta.
Nell’agosto 2021 il Pubblico Ministero ha chiesto «la pena massima, 25 anni di reclusione, additando come aggravante che il fatto è stato compiuto con abuso di superiorità o di fiducia, mediante prezzo o compenso e commettendo il reato per razzismo o altro ragioni relative all’ideologia.