Si riduce il vantaggio di Luiz Inácio Lula da Silva sul presidente Jair Bolsonaro in vista del ballottaggio del 30 ottobre. Ora Lula risulta davanti a Bolsonaro di poco meno di 5 punti percentuali, rendendo complesso l’esito delle presidenziali. È questo il risultato del nuovo sondaggio d’opinione pubblicato ieri da AtlasIntel che assegna a Lula il 51,1% e il 46,5% a Bolsonaro. Esclusi gli indecisi e i voti nulli, Lula ha il 52,4% e Bolsonaro il 47,6%.
“Il panorama di questo sondaggio mostra una lotta più difficile per Lula di quanto sembrasse all’inizio, con un certo vantaggio che sarà difficile da superare”, ha commentato Andrei Roman, direttore esecutivo di AtlasIntel, uno degli istituti demoscopici che erano stati criticati per aver sottovalutato il sostegno a Bolsonaro al primo turno. Sul piano dei numeri, rispetto al primo turno, Bolsonaro ha bisogno di ulteriori 6 milioni di voti per essere rieletto, mentre a Lula ne basterebbero 1,2 milioni per ottenere un terzo mandato.
A livello parlamentare, se Lula dovesse vincere si troverà ad affrontare una assemblea più conservatrice di quella di quattro anni fa, caratterizzata da una maggioranza schiacciante di uomini (82,2% mentre le donne sono il 17,7%) anche se aumentano i rappresentanti afro e indigeni. Bolsonaro è riuscito ad eleggere il gruppo parlamentare più grande sia alla Camera, con 99 deputati, sia al Senato, con 13 seggi, il che corrisponde al 37,6% della Camera dei Deputati e al 31% del Senato. Mente lo schieramento dei partiti allineati con Lula avrà rispettivamente il 28% e il 20% dei seggi. È prevedibile, quindi, che la relazione tra Congresso ed esecutivo sarà tesa, qualunque sarà il presidente.
Questo è il profilo medio dei 513 deputati appena eletti: maschio di 49 anni e 11 mesi, bianco, sposato, cristiano e con studi superiori. Il che consegna al Brasile un parlamento di età avanzata e con scarsa presenza femminile. Un’altra novità di questa nuova legislatura è che gli indigeni hanno aumentato la loro rappresentatività del 500%, passando da uno a cinque deputati. Di questi, quattro sono donne.
Il Senato, composto da 81 membri con un mandato di otto anni, sarà praticamente controllato da Bolsonaro. “Avremo un Senato più di destra, che approverà le proposte di maggiore interesse per il Brasile. Tutto il Brasile beneficerà di questo”, ha detto il presidente dopo le elezioni. Visti i rapporti di forza a livello parlamentare, facile prevedere che, per quanto riguarda le politiche ambientali, le due assemblee legislative continueranno sulla scia delle scelte di Bolsonaro che hanno visto l’aumento delle deforestazioni per consentire un utilizzo economico che sta mettendo a forte rischio il più grande polmone del mondo. Una situazione che, pur con difficoltà, potrebbe essere contrastata solo nel caso di elezione di Lula.