Dopo quasi quattordici ore di discussione, il progetto di riforma fiscale proposto dal presidente colombiano Gustavo Petro è stato approvato ieri dal Senato. Ora la discussione continuerà alla Camera dei Rappresentanti giovedì.
L’approvazione della riforma tributaria è uno dei progetti cruciali del presidente Petro ed ha generato diverse controversie che oggi sono state superate nel testo finale licenziato dai senatori. Con questa riforma, il governo prevede di raccogliere circa 4.000 milioni di dollari l’anno prossimo, una cifra inferiore ai circa 5.000 milioni di dollari inizialmente previsti. La diminuzione si deve ai cambiamenti imposti dai legislatori alla proposta originale, come quelli riguardanti l’eliminazione dell’articolo che prevedeva di imporre una tassa ai luoghi di culto e quello che includeva il pane tra gli alimenti ultra lavorati che la riforma intende sottoporre a tassazione nel suo intento di scoraggiare l’assunzione di alimenti nocivi alla salute. Escluso il pane ultra-processato e quello artigianale, sono stati esclusi dall’incremento della tassazione anche il miele e il latte, mentre saranno maggiormente tassati cioccolato, cereali e gelati.
L’8 agosto, il primo giorno di lavoro del nuovo governo Petro, il ministro delle finanze José Antonio Ocampo aveva presentato al Congresso colombiano il disegno di legge di riforma fiscale come priorità. In quell’occasione aveva spiegato che l’iniziativa “ha due grandi obiettivi: il primo è quello di contribuire all’uguaglianza e alla giustizia sociale, e il secondo è quello di consolidare l’adeguamento fiscale”. Con la sua approvazione, il governo di Petro fa un passo avanti considerevole nella lotta alla disuguaglianza e ottiene risorse utili a finanziare i suoi progetti sociali. Dalla riforma agraria già avviata con la distribuzione di terre comperate dal governo ai grandi proprietari, all’ampliamento del sistema educativo e sanitario.
Il progetto si basa su una maggiore imposizione fiscale sulle persone il cui reddito mensile supera i 2400 dollari mensili – circa il 2% dell’intera popolazione colombiana – sulla riduzione dei benefici fiscali per le imprese legate a modi di produzione inquinanti, sulla tassazione delle bevande zuccherate, sull’esportazione di petrolio, carbone e oro quando superano un certo tetto, e su una lotta frontale contro l’elusione e l’evasione.
Nella discussione avviata nelle ultime settimane e conclusasi ieri, alcune delle proposte iniziali sono cambiate. Una riguarda le pensioni alte che non saranno più tassate, dato che il provvedimento originale è stato considerato incostituzionale, dal momento che andava a toccare un diritto acquisito e non una fonte di reddito.
L’altra riguardava l’introduzione di un sovrapprezzo al petrolio e al carbone che ora sarà applicato in base ai prezzi internazionali degli idrocarburi. L’articolo 17 della riforma di Petro, infatti, introduceva delle royalties che non erano considerate costi operativi, al contrario di quanto accade negli altri paesi, Zambia escluso. In tal modo l’articolo che vietava la deducibilità delle royalties, avrebbe impedito ai produttori di essere competitivi, con un danno per l’economia del Paese.
Altro punto controverso è stato quello delle tasse sulle chiese, che sono state abrogate, anche se la tassazione non avrebbe riguardato le chiese, ma le imprese economiche collaterali di molti sacerdoti, fonte di arricchimento. Sarà da vedere quale decisione prenderà in merito giovedì prossimo la Camera dei Deputati. La riforma introduce anche la prigione per gli evasori per più di 100 milioni di pesos, che recidivano una terza volta. Al cambio meno di ventimila dollari.
“Stiamo lavorando senza sosta per portare avanti la riforma fiscale di cui la Colombia ha bisogno. Il nostro impegno per il paese e la gestione responsabile dell’economia è totale e continueremo a farlo”, ha commentato via Twitter il ministro delle finanze colombiano José Antonio Ocampo.