Secondo il sondaggio settimanale pubblicato da Cadem, l’approvazione del presidente cileno Boric sale al 33% (+8 punti) dopo la presentazione della riforma delle pensioni. Nell’inversione della tendenza al calo dei consensi, dopo due settimane al termine delle quali il più giovane capo di Stato del mondo aveva toccato il suo punto più basso, avrebbe giocato favorevolmente anche il suo viaggio in terra mapuche, teatro di violenti scontri tra gruppi radicalizzati e governo.
La sua disapprovazione scende di 11 punti al 58%. Boric aumenta la sua popolarità tra l’elettorato maschile (30%, +10 punti), tra i 35 e i 54 anni (30%, +9 punti), sopra i 55 anni (36%, +13 punti), nel segmento socio-economico basso (34%, +14 punti), a Santiago (42%, +9 punti), tra gli indipendenti (37%, +20 punti), e tra quelli che non hanno partecipato al plebiscito (40%, +22 punti).
Il progetto di riforma delle pensioni del governo inizia il suo iter parlamentare con il 41% dei cileni a favore e il 43% contrari, di fatto un pareggio statistico, anche se solo il 28% dice di essere abbastanza informato sul progetto, mentre il 33% è un po’ informato e il 38% poco o niente informato.
La maggior parte di coloro che approvano l’iniziativa si identificano con la sinistra (73%), hanno votato per Boric (73%) e hanno votato per l’approvazione del testo della Costituzione (72%). Invece, la maggior parte di coloro che la rifiutano si identificano con la destra (63%), hanno votato per Kast (67%) e hanno votato rifiuto (62%). Il 70% (+3 punti) preferisce che i fondi pensione siano di proprietà del lavoratore, rispetto al 21% (-2 punti) che preferisce che siano di proprietà delle AFP, i fondi pensione privati. Solo il 5% (-2 punti) vorrebbe che fosse proprietario lo Stato.
Il 78% (+8 punti) vuole essere in grado di scegliere chi amministra i fondi pensione, che si tratti di un’istituzione statale o di un’AFP. Il 15% (-4 punti) dice che preferisce solo un’istituzione statale e il 4% (-4 punti), solo le AFP.
Per quanto riguarda la discussione costituzionale, il 64% (-1 punto) è d’accordo che il Cile ha bisogno di una nuova Costituzione e la formula preferita dall’opinione pubblica è una convenzione mista (66%). Se quest’ultima possibilità non esistesse, l’alternativa di una Costituente totalmente eletta è preferita dal 56% mentre quelli che vorrebbero una commissione di soli esperti raggiungono il 36%. Il 64% (-1 punto) è d’accordo che il Cile ha bisogno di una nuova Costituzione contro il 34% (+2 punti) che non è d’accordo.
Al riguardo il 43% (+1 punto) preferisce cambiare l’attuale Carta Fondamentale e redigerne una nuova contro il 44% (-2 punti) che è favorevole alle riforme, ma mantenendo come base l’attuale testo. L’11% manterrebbe l’attuale Costituzione senza apportare modifiche.
Il 46% (-4 punti) ritiene che un nuovo processo costituente dovrebbe essere definito attraverso un plebiscito d’ingresso che stabilisca se riformare l’attuale costituzione o farne una nuova, mentre il 44% (+3 punti) pensa che si debba generare un grande accordo politico per avere una nuova Costituzione rispettando il risultato del plebiscito d’ingresso del 2020.
Per quanto riguarda la formazione di una nuova Convenzione, il 66% è per una Convezione mista, composta in parti uguali da convenzionali eletti ed esperti nominati dal Congresso. Il 31% è a favore di una Convenzione eletta al 100%.