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Il governo messicano, tramite il suo ministero degli Esteri, ha inviato una lettera all’amministratore delegato di Google, Sundar Pichai, in cui chiede di correggere sulle sue mappe l’area che “erroneamente” ora chiama “Golfo d’America” invece della tradizionale denominazione di Golfo del Messico. Un cambiamento che Google ha fatto dopo l’ordine del presidente Donald Trump di ribattezzare tutta l’area. Lo ha rivelato la presidente Claudia Sheinbaum nella sua quotidiana conferenza mattutina, durante la quale ha affermato che il nome Golfo del Messico è una denominazione accettata e registrata storicamente, che, oltre a costituire un’usanza internazionale, è legalmente registrata dall’Organizzazione Idrografica Internazionale (OHI), di cui sia il Messico che gli Stati Uniti fanno parte.

Sheinbaum ha spiegato che tale ordine si può applicare alla piattaforma continentale degli Stati Uniti, ma non al corpo idrico internazionale, dal momento che il diritto internazionale stabilisce che la sovranità degli stati si estende su una zona compresa in 12 miglia nautiche dalla costa, quindi, ha aggiunto la presidente messicana, “se un paese vuole cambiare la denominazione di qualcosa in mare lo può fare solo per le 12 miglia nautiche, non per il resto, in questo caso, del Golfo del Messico”.

Quello che nelle mappe del XVII secolo era già chiamato Golfo del Messico copre aree marine di tre paesi, Cuba e Stati Uniti e Messico; quindi, questo il ragionamento di Sheinbaum, il decreto di Trump non può estendersi a tutta la zona, ma solo alle 12 miglia nautiche dalla costa degli Stati Uniti. Infine, la presidente ha ricordato che nelle mappe citate, l’attuale territorio degli Stati Uniti e del Canada era anche chiamato “America Messicana”, e, scherzando, ha chiesto a Google che nel motore di ricerca, quando si digita America Messicana, appaia la mappa che comprende Stati Uniti e Canada, che Sheinbaum ha già presentato in qualche occasione.