Il governo argentino ha raggiunto oggi un accordo con i creditori privati internazionali per la ristrutturazione di circa 66 miliardi di dollari del debito estero sotto legislazione straniera.
Un comunicato del ministero dell’economia precisa che l’intesa è stata raggiunta con i rappresentanti dei gruppi Ad Hoc Argentine Bondholder Group, Exchange Bondholder Group, Argentine Creditor Committee, e degli altri creditori riuniti sotto la sigla “Supporting creditors”.
Il governo argentino “ha risolto un negoziato impossibile nel mezzo della peggior crisi economica che si ricordi e nel mezzo di una pandemia”. Con queste parole il presidente Alberto Fernandez ha commentato l’accordo con i creditori privati internazionali sulla ristrutturazione di 66,2 miliardi del debito estero sotto legislazione internazionale.
“Ci dicevano che eravamo diretti verso il fallimento, ha aggiunto Fernandez, e risulta che abbiamo chiuso un accordo che permette all’Argentina un risparmio di 33 miliardi di dollari nei prossimi dieci anni”.
Decisivo l’operato del ministro dell’Economia, Martin Guzman, che ha chiuso un accordo che si basa principalmente su un taglio sugli interessi e su una moratoria sulle scadenze dei prossimi quattro anni.
Secondo voci filtrate dal governo, l’intesa con i creditori sarebbe maturata in modo vertiginoso nelle ultime 48 ore. Il presidente Fernandez avrebbe preso atto nel fine settimana che un’ulteriore dilazione dell’accordo e il prolungamento dell’attuale situazione di default avrebbe innescato una spirale negativa in termini di svalutazione della moneta e di aumento dello spread misurato in relazione ai titoli del tesoro statunitense, attualmente attestato attorno ai 2000 punti.
Con il consenso dei principali alleati di governo, ed in particolare la vice presidente, Cristina Kirchner, e il presidente della Camera, Sergio Massa, Fernandez avrebbe quindi dato istruzioni al ministro Guzman di cercare un avvicinamento con i creditori che è sfociato nell’accordo annunciato oggi a Buenos Aires.