Il 25 novembre i governi di Messico e Colombia avevano annunciato che avrebbero convocato una Conferenza internazionale dei presidenti dell’America Latina con l’obiettivo di ridisegnare e ripensare la politica riguardante la droga nella regione. L’annuncio era giunto il giorno dopo l’arrivo del presidente della Colombia Gustavo Petro a Città del Messico, dove aveva assicurato che avrebbe affrontato con il presidente Andrés López Obrador la necessità di un cambiamento nella lotta contro il traffico di droga in America Latina, da lui giudicata “un fallimento” negli ultimi cinquanta anni.
“Vogliamo chiedere al Messico che insieme a noi organizzi una conferenza di presidenti latinoamericani con oggetto un cambiamento nella politica sulla droga”, aveva detto il presidente colombiano. “Il bilancio americano, dall’Alaska alla Patagonia di questi cinquant’anni, è un disastro. Perché i governi latinoamericani non si sono riuniti per parlare di ciò che sta avendo un impatto sui nostri Paesi, perché dobbiamo accettare una politica fallita che ci sta uccidendo?”, si era chiesto il presidente riferendosi alle politiche antidroga promosse dagli Stati Uniti.
A seguito del loro incontro di novembre, i due presidenti avevano riconosciuto “il fallimento della lotta contro la droga e la vulnerabilità dei nostri popoli su questo problema”. A confermare che il tema non è andato nel dimenticatoio e che rimane al centro delle agende dei due governi, è stato ultimamente Manuel López Obrador che ha rivelato che Petro lo ha invitato in Colombia per parlare della proposta. La data non è ancora stata fissata, ma l’incontro potrebbe avvenire dopo il vertice dei leader nordamericani che si terrà in Messico con il presidente Joe Biden e il primo ministro canadese Justin Trudeau il 9 e 10 gennaio.
“Il presidente Gustavo Petro ha una proposta, – ha detto AMLO – l’ha delineata, ha rilasciato le linee guida generali. L’idea è quella di prestare più attenzione alla prevenzione, che le persone, soprattutto i giovani, per necessità, possano evitare di dedicarsi a queste attività illecite”. Il presidente messicano ha anche rivelato che sarebbe intenzione di Petro invitare altri presidenti dell’America Latina e dei Caraibi, tra cui quello del Cile, Gabriel Boric, e quello dell’Ecuador, Guillermo Lasso. Il Cile è infatti impegnato nel tentativo di fermare l’avanzata dei cartelli stranieri che si sono stabiliti nel Paese. E a tale proposito, il procuratore antidroga cileno Luis Toledo ha recentemente affermato che la presenza di gruppi internazionali di trafficanti come Jalisco Nueva Generación e Sinaloa costringe a rinnovare la strategia antidroga. Mentre l’Ecuador è diventato il porto di partenza per il mercato internazionale di migliaia di tonnellate di cocaina di Colombia e Perù, travolto dalle sanguinose dispute tra bande locali del crimine organizzato.
Ricordando che con Petro si incontrerà il 14 dicembre a Lima per assegnare la presidenza dell’Alleanza del Pacifico al peruviano Pedro Castillo, AMLO ha affermato che il collega colombiano “è portatore di un approccio molto ben articolato, pensato” e che analizzerà bene la sua proposta “per quanto riguarda la lotta contro la droga”. Sulla quale la Colombia ha molta esperienza per quanto riguarda i danni causati dal traffico. “Siamo d’accordo sul fatto che è importante analizzarla, non solo dal punto di vista degli Stati Uniti ma sulla base della visione dell’America Latina”. Precisando che questo non significa l’apertura di una contesa con il governo degli Stati Uniti, Obrador ha detto tutto nasce dalla necessità di analizzare come questo problema potrebbe essere affrontato senza ricorrere alla violenza. “Bisogna cercare modi più efficaci per affrontare i problemi del crimine organizzato, del traffico di droga e combatterne le cause, non solo risolvere i problemi o cercare di risolverli con misure coercitive. Ci sono piani che possono essere di aiuto”, ha concluso il presidente messicano.